Nonostante io non sia una grande consumatrice dei prodotti a base di maiale la salsiccia resta uno dei piatti a cui non so resistere. Voglio parlarvi di una ricetta semplicissima che prepariamo sull’isola: la salsiccia siciliana fritta.
Posso già dirvi che il titolo trae in inganno, non troverete la salsiccia immersa nell’olio e fritta, ben sì cotta utilizzando: acqua e vino. Non so spiegarvi l’origine del nome.
Questa ricette per raccontarvi una nuova uscita di L’Italia nel piatto.
I salumi e gli insaccati regionali
Il tema di questo mese mi ha messo un po’ in difficoltà. Vi racconto perché…
In questi anni lontana dall’isola ho avuto la fortuna di trovare delle piccole chicche di Sicilia: tra le bancarelle dei mercati rionali, in alcuni reparti dei supermercati o nelle piccole botteghe nascoste. Spesso il sabato o la domenica, io e G. andavamo alla scoperta di angoli sconosciuti del territorio che ci circonda per scoprire luoghi da visitare e cibi da assaporare ed ecco che in questo girovagare potevo far scorta anche di prodotti della mia terra. Questi luoghi mi hanno permesso di continuare ad assaporare e scovare ogni giorni i grandi prodotti che essa produce.
Ma a causa dell’attuale situazione italiana, spostarsi tra i vari comuni non è stato sempre possibile, anzi direi impossibile. Dovendo fare la spesa nei supermercati vicino a casa ho avuto difficoltà a reperire tante materie prime che ogni giorno uso in cucina. Sebbene ho sperato fino all’ultimo di potervi mostrare una bella fetta di Salame Sant’Angelo proveniente direttamente da Brolo (ME), ma niente da fare.
Prima però di parlarvi della ricetta, voglio raccontarvi un po’ dei
salumi e insaccati siciliani.
Quando si parla di salumi e insaccati in tutta Italia il primo pensiero va al maiale, e partiamo proprio da lui:
L’allevamento dei suoni in Sicilia era una forma di sostentamento per le famiglie, come del resto in tutta Italia. Ogni contadino, con della terra o una porcilaia a disposizione, possedeva dei capi di bestiame che periodicamente utilizzava per la preparazione di prodotti freschi o stagionati, da consumare durante tutto l’anno.
Sull’isola la tradizione vuole che il primo maiale veniva macellato in ottobre (con i primi freddi) e l’ultimo a Pasqua (prima della stagione calda). Un usanza originata dalla cultura Islamica.
In Sicilia vi sono 9 province: Palermo, Catania, Messina, Siracusa, Ragusa, Trapani, Agrigento, Enna e Caltanissetta; per una superficie di circa 25.000 kmq. Un territorio vasto che si divide fra zona costiera e montana, fino a raggiungere le pendici dell’Etna con i suoi 3.350 mt. Questa non è certo una lezione di geografia ma un modo per spiegarvi quanta diversità c’è nella mia grande isola. A questo aggiungiamo le varie influenze di colonizzatori e conquistatori che si sono succedute nei secoli nasce una grande e ricca miscelanea di: sapori, profumi e tradizioni. Insomma un vero mix di tradizioni.
Cosi nasce una lunga lista (sicuramente incompleta) di eccellenze del territorio siciliano:
A base di maiale
- Salsiccia semplice con sale e pepe
- Salsiccia tradizionale con finocchietto
- Salsiccia condita alla Messinese con Pomodoro e Formaggio
- Salsiccia al peperoncino
- Salsiccia di Linguaglossa
- Salsiccia Pasqualora
- Salame con Pistacchi dell’Etna
- Salame con Mandorle di Avola
- Salame siracusano
- Salame di Sant’Angelo di Brolo
A questi si aggiungono anche i salumi e gli insaccati preparati con altre tipologie di carni
- Salsiccia, Salame e Lardo di Suino Nero dei Nebrodi
- Salsiccia di Palazzolo Acreide
- Salame di Asino o di Cinghiale Ragusano
E non dimentichiamo quelli a base di pesce
- Ficazza di tonno
- Sazinella
La preparazione di salami e salsicce, apparentemente simile in tante regione e province, differisce per gli ingredienti degli impasti. In Sicilia è tipico usare: semi di finocchietto, pepe nero, peperoncino o altre spezie e erbe aromatiche reperibili sull’isola e arricchire la carne con frutta secca locale; anche il processo di lavorazione delle carni è vario: a punta di coltello o al macinino per non parlare della stagionatura.
Ho postato in questi anni tante ricette con ingrediente principale la salsiccia da cui sono nati gustosi primi, ripieni come per gli Arancini alla Salsiccia e piselli o preparazione con il Lardo di Suino nero dei Nebrodi perfetto per condire questa deliziosa pasta ripiena fatta in casa.
Sfogliando i miei libri di cucina siciliana ecco comparire la ricetta della Salsiccia Siciliana Fritta, una ricetta che avevo completamente dimenticato.
Ho un ricordo un po’ sfocato di: mia nonna, una padella di ferro (che ho tutt’oggi in Sicilia) e del profumo di questo piatto.
Fortunatamente nel piccolo paese dove vivo trovare la salsiccia al finocchietto indispensabile per questa ricetta è molto semplice, anche grazie al numero elevato di siciliani nella zona.
Non vi resta che continuate a leggere per scoprire come cucinare la salsiccia siciliana fritta in poche mosse.
Ingredienti per 4 persone
Per la salsiccia siciliana fritta
1 kg di salsiccia siciliana al finocchietto
bicchiere d’acqua
1/2 bicchiere di vino
limone siciliano bio
Inoltre
spiedini di legno
Per l’insalata di finocchi e arance
finocchio
arancia
cipollotto (facoltativo)
olio evo
sale marino iodato fine
Utensili
Padella di ferro
Tempo di preparazione 30 minuti
Preparare la salsiccia siciliana fritta
Arrotolate la salsiccia fino a formare una spirale; regolatevi con le dimensioni della pentola che andrete ad usare. Disponete gli spiedini a croce cosi da bloccare il tutto.
Riscaldate la padella di ferro o in alluminio e disponete la salsiccia siciliana al finocchietto in modo che tocchi la superficie della padella.
Con i rembi di una forchetta forate il budello, versate un bicchiere d’acqua portate a bollore e fate cuocere a fiamma media girate la spirale di salsiccia e proseguite la cottura fin ché l’acqua non sarà evaporata.
Sfumate ora la salsiccia con un bicchiere di vino bianco (o rosso) e aspettate che anche questo evapori perdendo la parte alcoolica, proseguite la cottura fin ché la parte esterna avrà preso un bel colore brunito.
Servite in tavola la salsiccia siciliana fritta caldissima aggiungendo naturalmente succo di limone a piacere e con dell’insalata di arance e finocchi o con un buon contorno a vostra scelta.
Profumi di Sicilia.
Il libro della cucina siciliana
di G. Coria,
Vito Cavallotto Editore
Catania, 1981
Scoprite le nostre ricette regionali e la storia di salami, salsicce e insaccati vari passando a visitare i blog delle mie colleghe basta cliccare i link di seguito:
Valle d’Aosta: Mini tortine salate alle mele e speck
Piemonte: Il Filetto Baciato di Ponzone
Liguria: Focaccia e salumi di Liguria
Lombardia: La Luganega di Monza nel risotto giallo
Trentino-Alto Adige: Mortandela con tortel di patate
Veneto: Risotto al tastasal
Friuli-Venezia Giulia:
Emilia-Romagna: Filetto di maiale con coppa piacentina Dop e albicocche essiccate
Toscana: Salsiccia e fagioli
Marche: Mousse di ciauscolo
Umbria: La salsiccia umbra, varietà tradizionali e ricette
Lazio: Il prosciutto di Bassiano
Abruzzo: Salsiccia di fegato con broccoletti e patate
Molise: Mesticanza alla ventricina
Campania: Rustico napoletano di frolla con ricotta e salame Napoli
Puglia: Rigatoni con funghi e salsiccia secca
Basilicata: Salsiccia ai semi di finocchietto: antichi sapori lucani
Calabria: Capicoddhu azze anca o capicollo grecanico
Sicilia: Salsiccia Siciliana Fritta
Sardegna: QUICHE DI SALSICCIA SARDA SECCA AL VERMENTINO
19 commenti
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[…] Sicilia: Salsiccia Siciliana Fritta (blog: Profumi di Sicilia) […]
Una vera squisitezza che meriterebbe un ritorno in Sicilia!
Ciao Carla, appena la vita tornerà a scorrere normalmente vorrei anche io tornare a casa! A presto LA
Caspita quanti prodotti, e pure a base di pesce, non sapevo di queste ultime. Certo che la tua salsiccia così cucinata deve essere molto appagante e quella insalatina arance e finocchi è davvero molto adatta! bravissima!
Ciao Elena, si confesso che neanche io sapevo dell’esistenza di tutti questi prodotti in Sicilia… la salsiccia cotta cosi è piaciuta veramente tanto… penso che la preparerò nuovamente a breve! A presto LA
Io un giorno in Sicilia dovrò venire.. Che bontà di ricette che avete.. compresa questa!! Un bacione
Ciao Claudia, ci conto… e pensa che ci sono un infinità ancora di ricette che neanche io conosco! A Presto LA
Sai che io la faccio spesso così? l’unica differenza sta nel fatto che nel mio territorio, il soveratese, non mettiamo finocchietto nell’impasto. Non c’è da meravigliarsi comunque, ci divide soltanto una striscia di mare.
Ciao Barbara è vero le nostre terre e i nostri sapori sono divise solo da pochi km di mare! Un abbraccio LA
Laura, questo piatto è meraviglioso!
Bacio grande,
Mary
Laura, questo piatto è semplicemente meraviglioso!
Bacio grande,
Mary
Ciao Mary, condivido con te… nella sua semplicità è delizioso! A presto LA
Anche se non ho mai mangiato questa salsiccia, amo la vostra cucina e son certa mi piacerebbe molto anch’essa!
E poi quell’insalatina lì accanto è perfetta!
UUna cottura semplice ma che esalta la bontà di questa salsiccia. Post molto esauriente.
Bel post molto interessante
Innanzitutto, i due punti non si usano in mezzo alle proposizioni.
In secondo luogo, il territorio siciliano non è suddiviso in 9 province. Esso era suddiviso in 3 valli (plurale di ballo: val di Noto, val di Mazara e val di Catania) durante il Regno di Sicilia e il Regno delle due Sicilie. Durante il Regno di Sardegna / Regno d’Italia fu suddiciso nelle 9 province da te menzionate. Tali province sono sopravvissute sino al 1946, quando fu emanato lo statuto di autonomia per la Regione siciliana, che le aboliva. Dopodiché, con la Costituzione della Repubblica italiana del 1948, la Sicilia divenne una regione a statuto speciale, conservando lo statuto che le conferiva la denominazione di Regione siciliana, il quale fu riemanato con legge costituzionale. Nel 1988 la Regiione siciliana istituì con propria legge 9 «province regionali» corrispondenti alle vecchie province dello Stato. Le province regionali a loro volta sono state abolite nel 2012. A quel punto al posto delle province regionali di Messina, Catania e Palermo sono state istituite le città metropolitane omonime. Tutti gli altri comuni dell’isola e degli altri arcipelaghi costituenti il territorio della Regione siciliana possono aderire volontariamente ai LIBERI CONSORZI COMUNALI, che sono degli enti locali di area vasta per la gestione associata di servizi. Attualmente, in via transitoria, ci sono i liberi consorzi comunali di Ragusa, Siracusa, Enna, Caltanissetta, Trapani e Agrigento, che sostituiscono in via provvisoria le precedenti province regionali. I comuni possono anche decidere di non aderire a nessun consorzio. Spero di essere stato esaustivo.