L'OltrePò

Avvolto dalla nebbia autunnale c’è un triangolo di terra lombarda, 


stretto tra Emilia, Piemonte e a pochi km dalla Liguria, il suo nome è Oltrepò. 

Ci troviamo nella provincia pavese, un territorio ricco storia, culture, tradizioni e piatti tipici. 

Tra colline rigogliose, affacciate sulla Pianura Padana, le torridi estati e gli umidi inverni danno vita a bottiglie di Barbera, Pinot e Bonarda.

 

Ma l’Oltrepò non è solo nebbia, in pochi km un’infinita varietà di paesaggi e territori si snodano in bellissime escursioni attraverso i passi e le valli; percorrendo l’antica via del sale, possiamo raggiungere il mare!  

 

Venite a scoprire l’Oltrepò con me!

Le colline e i vigneti

Quando si parla di Oltrepò il primo pensiero va al vino!

13.500 ettari di vigneti coltivati con numerose varietà, fra cui le più note sono Croatina, Barbera, Pinot nero, Riesling e Moscato.

 

Tra i filari che si inerpicano sulle colline, dove svettano antichi manieri, possiamo scoprire, inoltre, varietà uniche e ormai sconosciute in altri luoghi, che in questa zona vengono coltivate con amore e passione per produrre un vino d’eccellenza come il Buttafuoco storico.

 

La viticoltura che in questo lembo di terra è la principale fonte di lavoro per la popolazione, è una tradizione che si tramanda da generazioni. Le sue origini sono antichissime: i primi documenti che ne attestano la presenza risalgono al 40 a.C.

 

La stagione più suggestiva per visitare l’Oltrepò è inizio autunno appena finita la vendemmia, prima delle potature invernali. Possiamo ammirare le colline tinte di ogni tonalità di giallo, arancione e rosso e una volta cadute le foglie se si è fortunati è possibile ammirare i grappoli baciati dal sole, rimasti sui tralci dalla vendemmia appena trascorsa.

 

I prodotti tipici della gastronomia

Salami appesi in cantina, pane di pasta dura con pasta madre dalla lunga lievitazione naturale, dalla crosta croccante e dalla mollica fine ed un buon bicchiere di vino sono gli ingredienti per una pausa perfetta tra i vigneti.

 

Le colline nascondono tantissimi prodotti di grande eccellenza. Con i primi freddi ecco comparire nel sottobosco funghi, tartufi e castagne. In pianura non possono mancare il riso di alta qualità conosciuto in tutta Italia, i cachi e le numerose varietà di patate, cipolle, zucche e mais per polenta della zona.

 

 

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La tavola

Scoprire un luogo è anche gustarlo. Oltre la merenda tra le vigne, non possiamo dimenticarci del pranzo della domenica in famiglia o in una delle osterie, agriturismi e ristorantini tipici del luogo! 

 

Il camino acceso, i ritratti del tempo ormai ingialliti appesi alle pareti e la passione di chi tramanda le ricette vi faranno trascorrere una giornata avvolti nel calore della campagna. 

 

 

Paste ripiene, importate dalla tradizione emiliana, e risotto aprono le danze.  

 

Bolliti, brasati, stufati e stracotti preparati come una volta con cottura lenta sulla stufa, cotechino o salamino cotto con lenticchie e polenta non possono mancare sulla tavola, accompagnati da Mostarda di Voghera, bagnetto verde e giardiniera locale.

 

Per concludere un bicchiere di moscato e un “brassadè”, un tipico biscotto di pasta frolla della zona.

 

 

Scopriamo qualche ricetta insieme:

Ravioli di Brasato

Per 6 persone

800 g polpa di manzo
cipolla sedano carota
brodo di carne 
vino Pinot nero dell’Oltrepò
foglie di alloro
bacche di ginepro
chiodi di garofano
sale marino iodato fine
pepe nero macinato

3 uova medie da allevamento a terra
300 g farina 00

100 g prosciutto cotto
50 g formaggio grattugiato
30 g pane grattugiato
noce moscata

Tritate finemente sedano carota e cipolla e rosolateli in una capiente pentola dal fondo spesso. Unite la carne di manzo, le spezie e insaporite il tutto. Successivamente versate il vino e brodo di carne necessario a coprire parzialmente la carne. Lasciate cuocere a fiamma molto bassa per circa 3 ore con il coperchio o fino a quando la carne sarà diventata tenera, regolate di sale e pepe.

Sminuzzate parte del brasato insieme al prosciutto cotto utilizzando un passaverdure e aggiungete il formaggio grattugiato, la noce moscata e il pane grattugiato fino ad ottenere un impasto sodo ma non asciutto.

Preparare la pasta impastando insieme uova e farina, ricavatene un impasto liscio ed omogeneo e fatelo riposare 30 minuti coperto prima di procedere a stendere una sfoglia sottile. 

Farcite le sfoglie di pasta con il ripieno, piegare l’impasto facendo fuoriuscire l’aria all’interno. Ritagliate con l’apposito stampo o con una ruota dentellata i ravioli. Lasciateli asciugare in un luogo fresco e ventilato fino al momento di cuocerli.

Cuocete i ravioli in abbondante acqua salata o brodo di carne per il tempo necessario e conditeli con il sugo del brasato precedentemente preparato.

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Risotto con pasta di salame e Bonarda

380 g riso Carnaroli
300 g pasta di salame fresca
1 bicchiere di Bonarda dell’OltrePò
1/2 cipolla bionda
1,2 lt brodo di carne o di verdure
burro o olio evo
2 cucchiai di formaggio grattugiato Parmigiano
pepe nero macinato
sale marino iodato fine

 

Tostate il riso in una padella pulita e tenetelo da parte. 

In un tegame rosolate la cipolla tritata finemente con due cucchiai di olio evo o burro secondo il vostro gusto personale. 

 

Quando rosolata unite la pasta di salame sbriciolata e aspettate che questa prenda colore, unite ora il riso precedentemente tostato e mescolatelo agli ingredienti. Sfumate gli ingredienti con la Bonarda dell’OltrePò. 

 

Quando la parte alcoolica sarà evaporata rilasciando il suo bel colore rosso, iniziate a bagnare il riso con il brodo caldo quando necessario, mescolando di tanto in tanto. Proseguite bagnando con il brodo caldo fino quasi al termine della cottura del riso. Spegnete la fiamma, aggiungete il formaggio grattugiato e regolate di sale e pepe se necessario. Lasciate riposare il riso un minuto prima di servirlo in tavola caldo.

 

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Risotto Bonarda e Pasta di Salame

Il mercato storico di Casteggio

Passeggiando per il mercato il tempo si è fermato!

In un battito di ciglia siamo tornati al passato semplicemente osservando gesti rituali e antichi di un uomo semplice con gli occhi buoni e le mani scolpite dal lavoro.

 

Ogni domenica con l’arrivo dell’autunno il profumo delle caldarroste invade le vie del paese e mentre passeggiamo il rumore della legna che scoppietta nel braciere  è un tuffo nei ricordi. 

 

Se ti fermi a chiacchierare quell’uomo ti racconterà la sua storia e quella di questi luoghi, che negli anni sono cambiati e si sono adattati alla vita moderna senza però dimenticare il profumo della terra e del mosto appena pigiato!

Tempi che passano, usanze che restano!

 

La storia ci ha insegnato che la prima forma di commercio era il baratto. Per secoli nei paesi rurali i contratti si facevano per le strade, nelle piazze e sul sagrato della chiesa, e si suggellavano con una stretta di mano.

 

Oggi come ieri, proprietari terrieri e di bestiame si incontrano ogni domenica per le vie del mercato, dove chi compra e chi vende può concludere un nuovo affare!